Ogni giorno ci ripetono, e ripetiamo a noi stessi, che niente sarà come prima, che il ritorno alla normalità è impossibile, che si sta cercando di trovare questa normalità in un clima emergenziale, che anche i rapporti umani non saranno gli stessi una volta che si potrà uscire da casa senza alcuna comprovata esigenza, ma comunque muniti di mascherine e guanti.
Avevo 10 anni quando due aerei si schiantarono contro il World Trade Center di New York, perciò, seppur avevo percepito la straordinarietà dell’evento, non ricordo molto del clima di panico che si venne a creare. Ricordo notizie confuse e frammentate. La chiusura dello spazio aereo, il massimo controllo negli aeroporti e i servizi dei telegiornali su cosa si potesse portare con sé sull’aereo. Il resto ho dovuto ricostruirlo a scuola e all’università. Non solo. Il sistema delle varie arti me lo ha reso palese per almeno un decennio e ad ogni anniversario dell’evento. I libri lo hanno scritto in massa: l’11 settembre 2001 è una data periodizzante, che ha cambiato il mondo, pur riguardando in prima persona soltanto una parte di esso. Al resto del mondo le conseguenze.
La situazione in cui ci troviamo adesso, invece, riguarda tutto il globo così come le sue conseguenze. Ci sarà una data periodizzante? Quando sarà? Importa? Importa il periodo del lockdown? Ci rendiamo conto di vivere dentro un momento storico? Quanto è lungo questo momento?
Un Bullet Time infinito.
E così come è stato per il 9/11 accadrà per il coronavirus o qualsiasi nome gli verrà attribuito. E se si dovesse ritornare alla “normalità” via con i libri, manuali, dipinti (come già sta succedendo), fotografie, documentari e film sul COVID-19.
Anche se la destabilizzazione dovuta all’attentato contro le Torri Gemelle ha avuto ripercussioni in tutto il sistema mondiale, “non è vero che il cinema contemporaneo pensa sempre a 9/11, ma è vero che racconta una realtà sociale che pensa sempre a 9/11” ci dice Bellavita.
Allo stesso modo sarà vero che l’arte racconterà una realtà sociale che parla sempre di coronavirus?